mercoledì 14 marzo 2012

Omaggio al coniglietto Nuvola.

 Il piccolo Nuvola era nato in libertà, da una coniglietta nana davvero incantevole, color biscotto e bianco con gli occhi azzurri. Era capitata per caso alla fattoria, arrivata da sola chissà da dove, e si era accasata con la massima nonchalance, vivendo tra le stalle e le rimesse per gli attrezzi. Brucava erba e semi, e la sua unica preoccupazione era di sfuggire ai cani che di tanto in tanto si facevano un giretto da quelle parti.
Dopo qualche anno di vita tranquilla intrecciò una storia d'amore con un coniglio della fattoria (il quale ahimè era allevato in gabbia e non aveva prospettive di vita rosee come la fidanzata).
Sia come sia, da questa unione nacque una cucciolata di coniglietti, ma non abbiamo mai saputo quanti fossero. A pochi giorni dalla nascita, una improvvisa disgrazia avvenuta la notte di Pasqua fece morire la povera coniglietta investita da un'auto (le strade di campagna sono poco frequentate, ma capita che passi qualche campione che crede di poter correre a suo piacimento e resta sempre impunito).
Di tutti i fratellini fu trovato solo un batuffolino bianco, rimasto solo al mondo, che fu messo al sicuro in una gabbia. Lo vidi e decisi che non avrebbe seguito il destino degli altri conigli d'allevamento. Lo andavo a trovare tutti i giorni e appena fu grande abbastanza da portarlo a casa, costruimmo un recinto in giardino attorno a un grande albero, con tanto di ripari per la pioggia e una cuccia.
Appena arrivato, era impaurito dal cambiamento, ma appena si rese conto che viveva all'aperto, poteva brucare l'erba, correre, saltare, ebbe un grande mutamento del carattere.
Non più pauroso e scontroso come quando viveva in gabbia, ma sereno e tranquillo, esprimeva la sua felicità facendo buffi salti in aria e giravolte. Appena sentiva qualcuno avvicinarsi (noi, o i gatti, che andavano ad affacciarsi sul suo recinto per curiosare) usciva dal suo riparo per vedere chi c'era.
Dopo qualche mese però anche questa vita cominciava ad andargli stretta e così decisi a malincuore di aprire il recinto. Qualche giorno di batticuore (per me) e poi si trasferì nella fattoria dov'era nato. Ma la fattoria dista solo qualche metro da casa mia e così lo vedevo ogni giorno vivere tranquillo all'aperto, dove era vissuta sua mamma, a brucare erba tutto il giorno, stare al sole e andare a trovare gli altri conigli.
Al pomeriggio mi recavo lì armata di una pannocchia di granoturco, lo chiamavo e lui subito arrivava, si faceva accarezzare e sgranocchiava i chicchi di mais direttamente dalla mia mano!
Di temperamento allegro e vivace, ogni occasione era buona per giocare, e si videro delle scene buffissime nell'aia, con Nuvola che cercava di coinvolgere la gatta, le galline, e un gattino bianco più o meno suo coetaneo. Con quest'ultimo ingaggiava delle piccole baruffe da farci morire dal ridere, che vedevano quasi sempre il gattino ritirarsi impaurito. 
Un brutto giorno, uno dei più freddi dell'inverno, non lo vidi più. 
Fu trovato senza vita nell'orto e chissà qual è stato il motivo.


Addio Nuvola, è stato bello passare dei momenti felici con te, avere la conferma una volta di più che anche gli animali hanno un cuore, dei desideri, la loro autonomia e non meritano di essere maltrattati, usati per sperimentazioni crudeli e inutili, allevati in gabbie che non permettono loro di muoversi, tante volte solo per ricavare pelliccia da attaccare a giubbotti e borsette cinesi da quattro soldi.
Chissà quanto tempo ci vorrà ancora perchè tutti assumano questa consapevolezza.
Leonardo da Vinci (1452-1519) scrisse "Verrà un giorno in cui considereremo l'uccisione di un animale con lo stesso biasimo con cui consideriamo oggi quella di uomo". 
Sono passati 500 anni e molto poco è cambiato.









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